domenica, giugno 06, 2010

Appunti newyorkesi: rekindling romance


Forse non ha molto senso parlare delle cose che ami o, almeno, non ripeterlo dopo la prima volta. E quindi forse non dovrei dilungarmi nel parlare di quello che ho fatto a New York, di quanto son stata bene, del sole e della mente libera, per la prima volta in moltissimo tempo (gli amici lo sanno e la tortura toccherà loro anche quest'anno - porto loro un sacco di regali per quello, mica altro).
Forse è perché ogni volta che torno qui c'è sempre qualcosa di nuovo che scopro: questa volta è The Elevated Acre, un piccolo giardino nel bel mezzo di Wall Street, un piccolo spazio verde tra i palazzi pieni di gente che lavora. E con una vista spettacolare (grazie a Sara).
Forse perché ogni volta visito tante città, a New York ce ne sono moltissime, e ancora non ho deciso quale preferisco. Forse perché qui, in certi momenti, ho bisogno di camminare e star da sola, e ci riesco più facilmente che altrove, nonostante gli 8 milioni di abitanti.
Forse è quello, avere tante cose diverse e non dover scegliere, forse è tutto l'insieme di possibilità che mi ha dato, di costruire un pezzo della mia vita completamente da sola, di avermi fatto capire meglio (qui non va inserito alcun complemento oggetto), forse perché ogni anno è la mia settimana sabbatica e sembra arrivare quando più ne ho bisogno.
Forse perché è sabato sera e il quartiere si anima e i bambini giocano con gli idranti per strada e domani è domenica e giocano gli Yankees. Poi lunedì si torna al lavoro, alla routine, ai soliti ritmi.
"Prima o poi ti trasferirai qui" mi dicono Sara e Liz. Chissà.
Intanto il movimento c'è e ci sarà presto. Ma ne parliamo un'altra volta.

Nessun commento: