mercoledì, febbraio 25, 2009

Confronto sulla regolamentazione della Rete [e voi avete domande?]

Domattina parteciperò a una tavola rotonda sulla regolamentazione della Rete presso la sede de L’espresso.
Si parlerà di argomenti molto discussi in questi giorni, dall'emendamento D’Alia alla proposta Cassinelli (e non solo), e in generale si discuterà sull’opportunità o meno di regolamentare la rete - ed eventualmente come.

I partecipanti saranno i parlamentari Antonio Di Pietro, Antonio Palmieri e Roberto Cassinelli, alcuni blogger* di mia e vostra conoscenza (Diego Bianchi, Antonio Sofi, Alessio Jacona, Nicola Mattina) e il prof. Guido Scorza, avvocato ed esperto di informatica giuridica.
L'incontro verrà moderato da Alessandro Gilioli e Vittorio Zambardino.

Vista l'opportunità se qualcuno di voi ha delle domande da porre o delle osservazioni le scriva qui e proverò a farmene tramite, se posso.
Se invece l'argomento vi interessa e pensate di non saperne abbastanza non posso che segnalare gli ottimi e dettagliati articoli che Elvira Berlingieri sta scrivendo in questi giorni per Apogeonline.



*ovviamente non serve fare una tiritera sulla definizione di blogger e la discussione che spesso ne segue: dal tipo di incontro e dai nomi delle persone coinvolte si vede che si tratta di persone competenti ed esperte che possono portare punti di vista diversi da quelli a cui hanno accesso i politici. Speriamo sia un confronto proficuo.
N.B. ad ogni modo tutte le persone sopracitate hanno un blog (ora son di fretta, non riesco a mettere tutti i link)

Giocare fuori casa aka un matrimonio a Milano

Mi ha detto - e ci avrei scommesso - che il suo sarà un matrimonio semplice.
Ci avrei scommesso perché la conosco da dieci anni, perché mi somiglia, perché andavamo a far spese e finivamo invariabilmente da H&M, perché una volta abbiamo passato un'ora e mezza in un negozio perché doveva comprare una gonna e in realtà non ne voleva assolutamente sapere (ché le gonne non le son mai piaciute troppo).

In effetti mi fa un certo effetto pensare che la vedrò in abito da sposa.
Solo che lei il vestito l'ha già trovato, io no.

Vediamo se sul blog di Grazia sanno darmi una mano...
(sì, Ale, te l'avevo detto, ecco il post dedicato a te!)

lunedì, febbraio 23, 2009

Matrimoni e altre catastrofi

Mi chiamo Antonella, ho 27 anni e ho un problema.
“Ciao Antonella” dirà qualcuno.

Il mio controverso rapporto coi matrimoni (altrui) e imbranataggini assortite sul blog di Grazia.
E sì, sono ospite tutta la settimana.
Consigli bene accetti ;-)

venerdì, febbraio 20, 2009

Gioia, speranza e separazione dei poteri - ci vediamo alla manifestazione per il testamento biologico

È di grande importanza, soprattutto in una società pluralista, che si abbia una giusta visione dei rapporti tra la comunità politica e la Chiesa e che si faccia una chiara distinzione tra le azioni che i fedeli, individualmente o in gruppo, compiono in proprio nome, come cittadini, guidati dalla loro coscienza cristiana, e le azioni che essi compiono in nome della Chiesa in comunione con i loro pastori.

La Chiesa che, in ragione del suo ufficio e della sua competenza, in nessuna maniera si confonde con la comunità politica e non è legata ad alcun sistema politico, è insieme il segno e la salvaguardia del carattere trascendente della persona umana.
La comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l'una dall'altra nel proprio campo.

e poi:

[...] ci sia concesso di deplorare certi atteggiamenti mentali, che talvolta non sono mancati nemmeno tra i cristiani, derivati dal non avere sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza, suscitando contese e controversie, essi trascinarono molti spiriti fino al punto da ritenere che scienza e fede si oppongano tra loro .



Queste parole risalgono al 1965 (si sa, la separazione dei poteri è un tema che non passa mai di moda). Certo, saranno mica delle strane pretese, quelle di questo tal Paolo VI?
[il testo fa parte dell' enciclica Gaudium et spes, paragrafi 76 e 36]


Io domani pomeriggio alle 15 sarò alla manifestazione per il testamento biologico in piazza Farnese. Sarò con i ragazzi di Fammi scegliere. Ci vediamo lì, spero.

N. B. A me piace molto anche

giovedì, febbraio 19, 2009

Non è un paese per elettori/2

Non so se sabato sarà effettivamente l'otto settembre del PD, personalmente oscillo tra la rassegnazione e un barlume di speranza di qualche scelta coraggiosa, diversa, di questa benedetta assemblea costituente del PD.

Su questo tema il ragionamento di Francesco Cundari pubblicato oggi su LeftWing merita la lettura:

Perché le cose sono due: o ha ragione Veltroni, quando nell’assumersi ogni responsabilità fa capire chiaramente che a lui non ne spetterebbe nessuna, che la colpa è solo e sempre di quegli altri, quelli che la sua linea politica avrebbero instancabilmente sabotato, e allora non si capisce come quegli altri possano applaudire il suo “bel gesto” e appoggiare il suo vice; oppure Veltroni ha torto, perché è la sua linea che ha portato al disastro, e allora, com’è possibile che sia il suo vice a “voltare pagina”?
Sabato, all’assemblea costituente che sarà chiamata a ratificare – ancora una volta – questo bell’accrocchio, si pone dunque un’alternativa secca: o Franceschini si presenta dicendo tutto l’esatto contrario di quello che ha detto Veltroni in conferenza stampa, riconoscendo che il problema non è di persone né di personalismi, ma di linea politica, e che è quella linea che dev’essere cambiata, perché era radicalmente sbagliata; oppure, e ci riesce difficile nascondere la nostra intima preferenza per questa seconda ipotesi, i delegati dell’assemblea costituente, che sono stati eletti per costituirlo, questo benedetto partito, e non per ratificare una volta all’anno decisioni prese da altri – se lo riprendono, votano contro, bocciano Franceschini e bocciano soprattutto l’accordo, rispediscono al mittente la generosa offerta del gruppo dirigente e aprono, con questo semplice gesto, stavolta sì, per davvero, una fase nuova.
E’ un salto nel buio? Senza dubbio. E’ rischioso? Certamente. Le conseguenze sono imprevidibili? Proprio così. E’ questo il bello. E poi, sinceramente, non è che sia rimasto molto da perdere.

Non è un paese per elettori/1

Quando ho letto questo post di Diego ho pensato che questo era il perfetto editoriale dell'elettore del PD.
Insomma, quello che non leggerete sui giornali di oggi:

Come si fa ad essere contenti? [...]
Se la colpa di Veltroni è stata quella di creare un partito più loro che nostro, oggi che lui si defila il vero riformismo forse sarebbe decretare fallito partito e progetto, ma a farlo si passerebbe per nostalgici passatisti, per gente che pensa alla provenienza e non alla destinazione, e tutto sommato, allo stato delle cose forse è vero che le scialuppe per tornare indietro non ci sono più.
E che allora sia Democratico sto partito, e che sia Partito sto partito, e magari sia anche di sinistra come la maggior parte dei suoi elettori vorrebbe che fosse, e che sia soprattutto di questo secolo sto partito, come forse anche tanti elettori con la coscienza libera e non tradizionalmente di sinistra amerebbero che fosse. E che decida di essere tutte queste cose, sto partito.
E a questo punto, alla vigilia dell'Assemblea Costituente di sabato, è bene che sia veramente Assemblea sto partito, nel senso più collegiale e caciarone del termine.
[...]
Perché se deve essere quell'Assemblea sconclusionata, depotenziata e demotivata che fin qui ha fatto solo da comparsa a doversi prendere carico di reggere il reggente designato, se è quell'assemblea di qualche migliaio di persone talmente divise in correnti politiche e geografiche più naturalmente incline all'anarchia assoluta che a ristabilire l'ordine a dover dare un segnale di discontinuità, allora è a quell'Assemblea che bisogna puntare, per indire subito nuove e vere primarie di quel che resta del popolo. Far curare il malato a chi fin qui gli ha voluto più bene di tutti, poter sperare di avere ancora, in tempi umani, un partito di sinistra da votare, magari non grande come un tempo, ma almeno decente, dignitoso e significativo.
Questo sarebbe bello avvenisse sabato. Domenica potrebbe non esserci più niente da fare.


(poi leggetelo tutto...)

martedì, febbraio 10, 2009

Reality check: un po' di opinioni di buon senso

Ieri Sergio ha scritto un post molto bello in cui spiegava il concetto di reality check e faceva una serie di considerazioni che vale la pena leggere e di cui riporto un pezzetto:

Viviamo una realtà spesso costruita su certezze di terza o quarta mano, abbiamo bisogno di ingenti verifiche di corrispondenza con la realtà. Non saltuarie, ma costanti e distribuite. A cui ciascuno di noi è chiamato contribuire secondo le proprie competenze. Oggi abbiamo la voce pubblica per farlo, abbiamo il canale per mettere a disposizione quanto sappiamo. E penso che il prossimo ciclo politico sarà gestito dalla prima coalizione di volonterosi in grado di raccogliere competenze ed esercitarle in modo rigoroso per allontanarsi dall’attuale arena di eccessi e menzogne.


In tutto questo rumore - rumore, perché spesso fatto a sproposito - segnalo allora alcune cose interessanti che ho letto in questi giorni:

"...la nostra legge garantisce la possibilità di rifiutare ogni trattamento, anche di semplice sostegno, come le trasfusioni di sangue e la nutrizione artificiale; abolire questo dritto sarebbe un atto molto grave, che minaccia alle radici il principio di libertà individuale, base irrinunciabile delle democrazie moderne. Voglio pertanto fare un appello alla ragione e alla coscienza di tutti noi e di tutti voi, in quanti membri del Senato, vale a dire di questa Camera alta, di questa istituzione a cui la gente guarda come un punto fermo nella confusione dei momenti di crisi: il nostro ruolo è di analizzare le situazioni più difficili con lucidità e saggezza e dare pareri obiettivi e lungimiranti. Ecco, credo sia nostro dovere, come senatori, guardare più in là dell’oggi e anche del domani e pensare anche alle conseguenze future delle nostre decisioni."


Secondo il mio modestissimo parere, mi pare siano contributi utili per "tornare alla realtà".

domenica, febbraio 08, 2009

Girl Geek Dinner a Bologna!




Ecco, dato il mio noto tempismo non dovrebbe essere del tutto stupefacente che io stia collaborando all'organizzazione della prima Girl Geek Dinner Bologna proprio ora che non ci vivo più! :D

Ebbene sì, la GGD arriva anche a Bologna e io sono contenta di farne parte e di avere incontrato un gruppo molto attivo ed entusiasta - dato che quando vivevo lì spesso lamentavo la mancanza di persone così.

Ah, la cosa più importante: la data è fissata al 21 marzo. Venite, vero?


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sabato, febbraio 07, 2009

Stasera, davanti a Palazzo Chigi

Ho deciso che scrivo adesso, ché la serata non è ancora finita e in circolo ho ancora un po' dell'incazzatura di oggi. Altrimenti magari adesso vado a dormire, mi rigiro nel letto per un paio d'ore e domani sarò più tranquilla e forse meno arrabbiata (ma su questo non ci giurerei).

C'è che io non ho parole, solo rabbia, nel vedere che stanno calpestando tutto quello in cui credo o, alla meno peggio, non fanno assolutamente niente per difenderlo.

C'è che oggi hanno fatto uno, due, tre passi ancora, a gamba tesa per distruggere le istituzioni, strumentalizzare la sofferenza delle persone, sfruttare, sfruttare, sfruttare per scopi che nemmeno capisco più nel dettaglio, che sembrano quasi non avere logica se non nel delirio di onnipotenza e nella progettata (pianificata?) demolizione di Costituzione, prassi istituzionali, senso civico, democrazia.


C'è che tra ieri e oggi si sono sentite tante di quelle bestialità che persino a me è venuta voglia di prendere a schiaffi Berlusconi, Binetti, Movimento per la Vita e via dicendo, una lista lunga quanto il Parlamento e oltre, anzi quanti sono i giorni di sofferenza di una ragazza (e della sua famiglia) che è diventata un simbolo di troppe cose suo malgrado.

C'è che oggi quando alle cinque del pomeriggio ho sentito che qualcuno si riuniva davanti a palazzo Chigi è stato quasi un istinto: ho comunicato la cosa a tutte le persone possibili, mi son messa le scarpe e sono andata a prendere la metro. Non perché pensassi di fare chissà cosa, e, per una volta, senza preoccuparmi di come un gruppo che protesta potesse essere strumentalizzato (stasera non guarderò Matrix né Porta a Porta ad ogni buon conto).

C'è che mentre ero in metro quasi tremavo e a un certo punto ho seriamente temuto di mettermi a piangere. No, non è emozione del momento, l'ho detto. È che – l'ho già detto – da tanto, troppo tempo mi stanno calpestando, rovinando, stracciando in mille pezzi quello in cui credo. Lo stato, la democrazia, quelle cose per cui i miei nonni non hanno avuto una giovinezza, per cui mio nonno ha passato gli anni di ventenne lontano da casa sua, in guerra, e mia nonna ha visto morire le amiche sotto i bombardamenti (retorica is the new black, passatemi le ultime tre righe).

E poi la fede, che è una cosa che fa parte della mia vita, che qui diventa religione che diventa Chiesa cattolica che diventa semplicemente un altro governo, un'altra gerarchia che dice di parlare di fede e invece proprio di fede non parla da troppo tempo per interferire con un altro governo, per perseguire un fine che è semplicemente quello di tutte le organizzazioni, perpetuarsi.

C'è che un po' mi sono rincuorata a vedere chi, per venire davanti a Palazzo Chigi, si è infilato la prima cosa che aveva a portata di mano, chi ha mollato una riunione importante, chi è arrivato trascinandosi tutti i colleghi, chi era sceso in piazza solo per gli scudetti della Roma, chi ha detto “non potevo essere altrove”.

C'è che è stato bello vedere lì i miei amici e sentirmi meno sola nell'essere incazzata (“indignata” si dice ancora? È già così fuori moda?”).


Stasera a cena una persona che stimo molto diceva una cosa tipo che nei regimi, prima che si instaurino, la vita era normale, poi c'è stato un cambiamento progressivo, graduale, crescente (sintetizzo in modo becero, sia chiaro). Insomma, ci deve essere stato un momento in cui è scattato qualcosa. Io a questa cosa penso da un po' e non so dire quale possa essere il punto di svolta, in questi mesi in cui ogni giorno viene manifestato disprezzo per le istituzioni e per i diritti dei cittadini in mille modi diversi, nel silenzio generale, nel timore di prendere una posizione. Cosa sarà questa volta? La schedatura dei clochard? La possibilità per i medici di denunciare i clandestini? La legalizzazione delle cosiddette “ronde padane”? Dire che Eluana Englaro può fare figli? Dribblare le istituzioni per fare un atto puramente rappresentativo e di facciata (perché a rigor di legge non c'è modo di fare una legge in tempi tanto brevi)?


C'è che oggi, davanti a Palazzo Chigi ho passato tre ore. Nel momento di maggiore calca saremo stati forse 300 (ma non sono molto brava con queste stime), all'inizio solo radicali e UAAR, poi varie forme di partiti di sinistra, poi persino qualche bandiera del PD. Cori, molte chiacchierate, fotografi e telecamere, sarei curiosa di sapere cosa è stato raccontato, e come.

Eravamo pochi, era una manifestazione improvvisata – e non programmata con mesi di anticipo – e non si è chiesto né ottenuto niente ma sono stata contenta, in qualche modo.

Ecco, c'è che io non so se ho fatto qualcosa di buono o di utile oggi ma sentivo di non poter fare altro, di non poter essere altrove.


lunedì, febbraio 02, 2009

La mia foto più vista su Flickr


Luca, Mucio e Gioxx, originally uploaded by farenheit_81.

Con un po' di tempo libero in questa tarda serata stavo guardando qualche foto su Flickr e l'occhio mi è caduto sulla pagina delle statistiche.
Premessa, non sono certo una brava fotografa. Ma dopo aver girato un po' di Stati Uniti ed Europa tutto mi aspettavo tranne che la foto più vista (1853 volte!) fosse quella qui sopra! :D
La foto ritrae Luca, Mucio e Gioxx ed è stata scattata a Bologna, nel marzo di due anni fa, alla prima TwitterBeer, giusto qualche giorno dopo il CitizenCamp, durante il quale avevo conosciuto i loschi figuri di cui sopra - e molte altre persone ancora.
Mi ha fatto ricordare un bel po' di cose, bei momenti e tante cose successe da allora. E mi ha fatto sorridere e forse per questo, più di tutto, ho messo qui questa foto.
'notte.