venerdì, febbraio 23, 2007

Anche le campagne elettorali vogliono conversare? Uff!!

Patrick Ruffini, consulente di comunicazione politica online per i Repubblicani (ora in particolare per Rudy Giuliani*), non ne può più di sentir dire che le campagne elettorali sono conversazioni, così come più o meno tutti i candidati alle prossime presidenziali USA cercano di comunicare, complice un uso intensivo di nuove tecnologie, blog, social network e YouTube.

Cioè, sostiene Ruffini, il Cluetrain Manifesto è valido in quanto i mercati possono essere conversazioni, dal momento che non c'è una guida unica. Ma in politica i candidati devono saper sì conversare, ma anche e soprattutto guidare la gente, dire alle persone quello che non sanno, non quello che vogliono sentirsi dire.

"In the age of new media, the worst thing someone can be guilty of is being inauthentic. That’s not exactly a new insight either, but the YouTubeization of politics amplifies a candidate’s past twists and contradictions many times over. That means you don’t have a “conversation” with someone that’s really a monologue".

Ma se, per conversare, i politici dimenticano di essere delle guide? Il rischio è ben più grave di qualunque critica negativa: il rischio è perdere.

Jeff Jarvis, chiamato in causa anche per PrezVid, il nuovo blog in cui viene monitorata la campagna elettorale su YouTube, ribatte che
una campagna elettorale deve essere propagandistica. L'accezione di "conversazione" va intesa nella misura in cui i candidati dovrebbero dare ascolto alle persone e ora ci sono nuovi modi per farlo: "Ma l'uso di YouTube permette ai candidati di guardarci e parlarci in una dimensione umana, non da un palco in mezzo alla folla. Forse, solo forse, permetterà anche a noi, gli elettori, di essere ascoltati di più. Ma vedremo".


Detto tra noi, poi, PrezVid vale davvero un giro e anche di più: non solo spot elettorali, spesso "commentati", ma anche mash-up di discorsi dei candidati, tipo quello del discorso di Hillary Clinton sull'Iraq a opera di Michelle Malkin, giornalista di area conservatrice. E qualche inquietante lapsus Iraq/Iran negli annunci di candidatura.
Beh, è ancora più difficile che certe cose sfuggano: effetti della youtubizzazione, ormai ci stiamo abituando!



* si tratta di un exploratory committee, ad essere precisi, ma è questione di tempo prima che Giuliani dia l'annuncio, pare. A chi voglia capire il senso di un exploratory committee (io ho faticato, all'inizio) facendosi due risate, io suggerirei di affidarsi a Jon Stewart&co: una volta qui, cliccate su "exploratory committee" - parte uno e due (grazie, Sara!! Anch'io amo il Daily Show).



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