mercoledì, aprile 12, 2006

Analisi, curiosità antropologiche e tentativi oziosi di far passare il pomeriggio.

Già da tempo, ma dopo queste elezioni ancora di più, mi rendo conto che una delle mie oziose ossessioni sta diventando il tentativo di comprendere le ragioni delle persone che votano Forza Italia.
Questo perchè votare Forza Italia - giovanissimi a parte (sic!) - non è retaggio familiare, non è un ideale di vecchia data, ma, nel migliore dei casi, condivisione di...cosa? idee? visione politica? concezione della società?Questo è quello che cerco di capire. Non parlo del centrodestra, sia chiaro, dico proprio Forza Italia.
Poi, deformazione professionale e curiosità antropologica che sia, mi accanisco nel capire i processi mentali della gente che ci ragiona (o dice di farlo). Il mio obiettivo è scoprire che dietro ci sono ragionamenti critici e non tifo da stadio. All'idea che qualcuno si informi ho praticamente rinunciato.
A questo scopo, ho buttato l'occhio sulle lettere al direttore del Foglio in data odierna [saranno online anche domani? lo ignoro] e ne ho presa una di quelle che si dilungavano un pochino.

Al direttore - Lunedì pomeriggio, mentre iniziava a profilarsi il testa a testa elettorale, Enrico Letta ha intelligentemente affermato che le prime dichiarazioni del leader che avrebbe vinto sarebbero state della massima importanza per stabilire il clima politico successivo alle elezioni.
La prima dichiarazione programmatica di Prodi è stata: “Non siamo disposti a tollerare la divisione in cui si è trovato il paese”.
Visto che tutto lascia supporre che sarà disposto ad accettare la posizione politica del “suo” 50 per cento penso che non sia disposto a tollerare la posizione politica del “nostro” 50 per cento.
Bene, il primo messaggio del bonario leader che vuole pacificare gli italiani avvolgendoli in un clima di patria fratellanza si esprime con una parola: intolleranza.
Roberto Bellia, Vermezzo

Analisi: il signor Bellia pensa che la frase di Prodi voglia dire che non ci sarà tolleranza. Nella frase, in italiano corrente, ci sono due significati possibili: uno è quello che il lettore enuncia e l'altro è l'esatto opposto, vale a dire che chi parla non vuole il paese diviso.
Il signor Bellia dice che tutto lascia supporre che l'ipotesi valida sia la prima. Tutto cosa? La sua idea pregressa di Prodi? Valeva la pena allora di estrapolare significati incerti da una sua frase e scomodare uno dello schieramento opposto, tanto per dare l'idea che "vedete? lo dicono da soli".
La risposta di Ferrara è coerente con le sue idee e gli fa fare figura migliore di alcuni suoi lettori:
Non avrà il potere di essere intollerante, ci scommetto e spero.
[poi la coerenza non è necessariamente un valore, per cui mi auguro che non si spogli in pubblico in nessun caso - una simpatica boutade e nulla più, vero?]

Quanto alla provocazione di Rocca su Umberto Eco (Al direttore - Gli italiani all’estero regalano la vittoria all’Unione. Tutto, piuttosto che avere Umberto Eco tra i coglioni) , non sono sicura di aver capito bene, forse era troppo sottile. Quasi quasi appoggio il commento di Achille chez Emmebi di qualche tempo fa. Almeno le più recenti impressioni sono queste. Sto ancora aspettando di leggere qualcosa di costruttivo. Segnalazioni gradite.

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