lunedì, gennaio 30, 2006

Sabato, 2.50 a.m. Central European Time

A quanto pare ho finito, finito, finito di scrivere.
La tesi benedetta, proprio lei.
Almeno per me.
Adesso ci sono le revisioni dell'assistente del mio relatore, del mio relatore e di tutte le persone a cui ho chiesto (ok,"imposto" sarebbe tecnicamente più esatto!!) di dare un'occhiata a quello che ho scritto. Be' in realtà ci sono altre persone a cui vorrei chiederlo, ma che sono troppo occupate, e voglio dire, un senso della misura ce l'ho anch'io!

Tempo di riposo, o meglio, carichi di lavoro, dimezzati. Per la prima volta dopo settimane, a letto prima delle tre del mattino, risposta alle lettere che aspettavano da un po', niente corse, niente fretta.
E per la prima volta dopo molto tempo, letture che non hanno a che fare con i blog: ho passato il weekend in compagnia di Becky Sharp, delle creature che popolano il Bestiario di Julio Cortàzar e degli articoli di Violetta Bellocchio sul nuovo numero di Series.


Sarà il caso che non mi abitui a questo andazzo. In fin dei conti, vuol solo dire che "ora ho tutto il tempo per angosciarmi per il futuro" (dotta citazione tratta da conversazione telefonica).

[S', comunque sto continuando a scrivere: l'elenco di persone che ho afflitto, anche solo in questi ultimi giorni - e con cui dovrò scusarmi - è lungo]

sabato, gennaio 28, 2006

La prudenza (non) è (mai) troppa...

A chi è prudente, chi non lo è, a chi sta valutando se sia il caso di esserlo...
Cautious man
Bill Horton was a cautious man of the road
He walked lookin' over his shoulder and remained faithful to its code
When something caught his eye he'd measure his need
And then very carefully he'd proceed
Billy met a young girl in the early days of May
It was there in her arms he let his cautiousness slip away
In their lovers twilight as the evening sky grew dim
He'd lay back in her arms and laugh at what had happened to him
On his right hand Billy tattooed the word love and on his left hand was the word fear
And in which hand he held his fate was never clear
Come Indian summer he took his young lover for his bride
And with his own hands built a great house down by the riverside
Now Billy was an honest man he wanted to do what was right
He worked hard to fill their lives with happy days and loving nights
Alone on his knees in the darkness for steadiness he'd pray
For he knew in a restless heart the seed of betrayal lay
One night Billy awoke from a terrible dream callin' his wife's name
She lay breathing beside him in a peaceful sleep, a thousand miles away
He got dressed in the moonlight and down to the highway he strode
When he got there he didn't find nothing but road
Billy felt a coldness rise up inside him that he couldn't name
Just as the words tattooed 'cross his knuckles he knew would always remain
At their bedside he brushed the hair from his wife's face as the moon shone on her skin so white
Filling their room with the beauty of God's fallen light
Bruce Springsteen

mercoledì, gennaio 25, 2006

Brokeback Mountain

"Tell you what, we coulda had a good life together! Fuckin' real good life! Had us a place of our own. But you didn't want it, Ennis! So what we got now is Brokeback Mountain! Everything's built on that! That's all we got, boy, fuckin' all. So I hope you know that, even if you don't never know the rest!"
Può essere mai che la storia d'amore cinematografica più appassionata e tenera che mi capita di vedere da tempo sia tra due uomini, e due cowboy, per giunta?
Certo, senza i lacrimoni di Sara (che nel frattempo ne sta versando altri per come sono andate le elezioni nel suo Canada), ma sì, mi sono commossa.
Perchè poi sì, è ambientato nel Wyoming ma non è un western.
E sì, sono due uomini ma più di tutto sono due persone innamorate.
Nota: ai due protagonisti del film, prima di vederlo, non avrei dato due soldi (adesso qualcuno mi picchia - nella fattispecie, chi va magnificando Gyllenhaal da un bel po'). Invece ho dovuto ricredermi, specie nel caso di Ledger, che interpreta un personaggio contrastato e più complesso. Il risultato del film è merito loro.

Conoscere i propri polli...

"Cercate di contenere la schizofrenia nelle settimane a venire"

(dalla mail che il mio relatore ha spedito a noi laureandi di marzo)

lunedì, gennaio 23, 2006

Laviaria (e altre preoccupazioni)

In questi giorni continuo a dimenticarmi di fare delle cose o a non avere tempo per farle, perchè dedita a una sola, fondamentale, continuata attività di scrittura. Ieri mio padre mia ha ricordato che, tra queste cose dimenticate, c'è anche il vaccino antifluenzale.
Poi mi sono lamentata della mia scarsità di proposte di argomenti di conversazione e mia madre mi ha brillantemente ricordato che le elezioni sono alle porte e che ce ne sarebbero, di cose da dire, dato il casino di cui la nazione tutta è piena (nota: la mia prosa odierna ha qualcosa di sconcertante. E preoccupante).
Inutile aggiungere che la telefonata di ieri dei miei mi ha procurato gioia indicibile. Immagino che il mio umore altalenante abbia su di loro effetto anche peggiore.

Vedevàtele...

L'avevo detto che avevo messo online altre foto di New York?
Be'...sapevàtelo!
(e notate il commento alla prima foto della pagina)

giovedì, gennaio 19, 2006

Non c'era molto arcano da svelare...

Sono tornata a Bologna da un po' e non ho ancora visto il famigerato vicino di casa (riassunto per chi non sapesse di cosa sto parlando).
Voci di corridoio - cioè le voci del suo corridoio che si sentono nel nostro, contiguo e separato da un muro che nemmeno la carta velina - dicono che si diletti nel karaoke e rida molto spesso.
Voci di piano - il quinto, quello che ospita i nostri due appartamenti - dicono che da qualche tempo una ragazza arrivi di sera e vada via solo al mattino.
Che sia diventato un uomo felice?
Personalmente aspetto con ansia di incontrarlo.
Davanti all'ascensore, naturalmente.

venerdì, gennaio 13, 2006

"Te lo do io il blog" (?!)

Ecco, io lo sapevo.
Lo sapevo da quando ho visto il Venerdi di Repubblica con Beppe Grillo e la parola blog in copertina. Lo sapevo che l'avrei letto e mi sarei fatta il sangue amaro.
Lo sapevo che, a parte il blog di Grillo, non avrei trovato la segnalazione di nessun indirizzo di blog italiani (voglio dire, se si cita Granieri non dovrebbe essere un grosso sforzo indicare anche il suo blog, tanto per fare un esempio). Lo sapevo che anche parlando del blog di Bassolino - anche qui nessun indirizzo - la si sarebbe buttata sulle schermaglie con Calderoli e altre amenità poco essenziali. Lo sapevo che il box con le istruzioni per l'uso sarebbe stato vago e inadeguato. Lo sapevo che Trent Lott non sarebbe stato nemmeno citato.
L'articolo in sè, a dire il vero, non era male.
Ma che poi, parlando di Salam Pax, lo si definisca "architetto, ateo e gay" non mi dà fastidio perchè sto facendo una tesi sui blog. Mi fa arrabbiare perchè è stupido, proprio stupido. Ancora una volta la si butta sul fenomeno di costume? Che differenza fa l'omosessualità di una persona che è diventato conosciuto perchè scriveva dei bombardamenti su Baghdad?
Ah, oggi mi sono svegliata alle sette, ho fatto l'ennesima fila sfiancante in segreteria e ho consegnato la domanda di laurea. Sono ufficialmente una magnifica laureanda (se è magnifico il rettore, perchè non posso esserlo anche io?) e ho anche un titolo, presumibilmente magnifico anch'esso.
Son cose, direbbe qualcuno di mia conoscenza...

martedì, gennaio 10, 2006

Aggiornamenti così

(avvertenza: superare l'iniziale paragrafo di autocommiserazione)
Qui la vita è già frenetica, è tempo di Olimpiadi. Non quelle invernali, chè non siamo a Torino, ma quelle della corsa alla laurea, sport molto praticato tra i miei amici. Le specialità sono: maratona in segreteria per domande di laurea, corsa a ostacoli nel tentativo di reperire il relatore, lancio del giavellotto (contro chi fa domande angoscianti tipo"Che fai dopo?"). Roba che magari smaltisco anche quello che le vacanze di Natale mi hanno generosamente (sic!)donato.
Piantandola con l'autocommiserazione, poi, ci sarebbe anche da dire di un progetto, quello della città creativa, che si svolge a Casalecchio di Reno, ridente cittadina pressochè attaccata a Bologna. Quest'anno curo addirittura metà del corso di giornalismo online. Cosa vuol dire questo? Vuol dire lavoro. Cioè un lavoro, un primo, limitato (nel tempo), lavoro. But still...lavoro!

domenica, gennaio 08, 2006

I bilanci...(ma, purtroppo, anche le bilance, sigh!)

In questi giorni sono mediamente poco socievole e poco in grado di articolare discorsi, quindi... punti sparsi per riassumere queste vacanze di Natale e primo impatto con l'Italia.
- Ossessiona il prossimo tuo come te stesso (eh? non c'è un comandamento che recita esattamente così?): sto letteralmente imponendo ai membri della mia famiglia di leggere i capitoli della mia tesi e di darmi valutazioni. Per ora ho risparmiato solo la nonna, perchè ha l'influenza e mia cugina di sei anni. Be'...a dire il vero, nemmeno i miei cugini bielorussi (17 anni in due) si sono cimentati...ma considerando che stanno imparando l'italiano tanto in fretta...uhm...
- Serie tv, mon amour!: in questi giorni io e i fratelli ci stiamo dedicando alle serie tv. Sto cominciando a dare un'occhiata a Veronica Mars. Su consiglio di questo losco figuro, s'intende. Ma più di tutto in famiglia siamo ormai ossessionati da Oz. Prima serie vista in tre giorni. Da domani si comincia con la seconda. Nella spasmodica attesa di Lost...
- Massime (ma soprattutto minime!) di vita: Acquisizione di consapevolezza dopo serio e circostanziato resoconto e conseguente conversazione: "Il mio problema non è che gli uomini sbagliati entrano nella mia vita, è che appena li allontano loro vogliono rientrarci"
- No, il western, no!: Volevo portare mio padre a vedere Brokeback Mountain. Con l'inganno, ovviamente, tanto per vedere che faccia avrebbe fatto nello scoprire che uno dei suoi adorati film western rivelava in realtà una storia d'amore gay. L'obiettivo sperato era in realtà creargli uno shock tale per cui la smettesse di imporci ogni film western che trova in tv anche se l'ha già visto (credo abbia visto almeno due volte tutti quelli esistenti). Il mio brillante piano è stato rovinato dall'uscita del film per il 20 gennaio, quando sarò già a Bologna. Uffa!
- Non mi diventerà una blogstar, spero... Il buon Suz ha scritto un post dei suoi su Ariel Sharon (Suz, però la battuta iniziale era veramente orrida, lasciatelo dire da una che di battute orride ne fa in quantità*) e ha scatenato il dibattito che, al momento, va sull'ottantina di commenti.
- Il velo pietoso... Quello che di solito tocca stendere sui consumi alimentari dopo le feste di Natale. Tra questo e la permanenza negli States, mi sa che faccio meglio a stendere una coperta. Tra l'altro, imperterrita nelle mie ossessioni, mi sono esibita nella preparazione dei pancake con puro sciroppo d'acero del New England.
- Le domande della gente che non sa fare domande: Ditemi voi che razza di domanda è "Com'era l'America?"(ma non tanto per dire, sono seri e si aspettano che io risponda!), ditemi voi che risposta dovrei dare. Ditemi voi perchè la gente si aspetta che uno che va all'estero torni con i capelli di un altro coloreo che cambi decisioni che aveva preso coscientemente ben prima di partire e che con la partenza non hanno niente a che vedere.
In compenso ho fatto anche interessanti conversazioni con persone, le cui domande mi hanno aiutato a mettere a fuoco cose a cui non avevo pensato.
E poi basta, chè queste vacanze sono state rilassanti, mangerecce e più silenziose di quanto avessi previsto.
Del resto, i motivi di ansia e rabbia si moltiplicano e io continuo a non saperli incanalare in modi produttivi e non deleteri, tipo picchiare passanti a caso, per intenderci. Ma deve essere il cambiamento di aria.
Domani si torna a Bologna!
*la versione ufficiale è che la gente non capisce il mio umorismo

Frammenti di conversazione made in USA

  • "John, che lavoro fa tuo padre?"

"Scrive libri sui Grateful Dead. O meglio, è quello che faceva. Be'...poi Jerry è morto"

  • Dave Winer: "Conosci il mio amico Paolo? [...] Sì, è stato lui a spiegarmi che non si mette il formaggio sul pesce"
  • Nell: "Non so cosa farò dopo il college...qui ho studiato arte...l'unica cosa che so è che non avrà niente a che vedere con questo...Intanto viaggerò...sperimenterò uno stile di vita alternativo..."

"Non avevo mai considerato la disoccupazione come uno stile di vita alternativo"

sabato, gennaio 07, 2006

Pane vero batte pane di plastica

Il fornaio di Altamura che fa chiudere il Mc Donald's è una felice controtendenza e, almeno concettualmente, non mi stupisce affatto.
Voglio dire, l'avete mangiato il pane di Altamura? Mai? E un panino da McDonald's?
Vabbè, ma che ve lo dico a fare...
A dire il vero, mi stupisce di più che la notizia sia stata ripresa prima da Libération e poi dalla Stampa.
(...a dire il vero, io, pugliese, ho saputo della notizia da una persona che vive ben più a nord, per cui dovrei solo stare zitta...)

mercoledì, gennaio 04, 2006

Corsi che NON potrò seguire il prossimo semestre (!)

(o anche Ma che fortuna ha uno che ha Rheingold come prof?)
Howard Rheingold terrà un corso intitolato Digital Journalism presso l'università di Stanford il prossimo semestre.
Qui il syllabus. Roba che non riuscirei a immaginare in un corso in Italia nemmeno con la più fervida immaginazione.

Come imparai a non preoccuparmi dei media e ad amare il podcasting

Sabato prossimo a Chapel Hill c'è PodcasterCon che Brian sta organizzando (ci sono anche il wiki e il blog della conferenza).
Dato che il North Carolina non è proprio dietro l'angolo, ecco qui l'introduzione al podcasting che Brian ha scritto per il locale Independent Weekly.
In bocca al lupo!!

domenica, gennaio 01, 2006

(nostalgia canaglia)

Amanda ha chiesto alle persone in giro per Washington Square se preferiscano usare Firefox o Explorer.
A voi il video...
Sì, l'unico motivo di esistere di questo post è che sto guardando qualche vecchia puntata di Rocketboom e questa è girata in esterno. A New York. Nel Village. Vicino alla statua a cui mi sono avvicinata pensando "Ehi, sembra una statua di Garibaldi". Ed era una statua di Garibaldi. Niente, dovevo condividere.