martedì, novembre 22, 2005

Accidental (?) Big Brother

RFID e' l'acronimo di Radio Frequency IDentification, minuscoli (davvero minuscoli!!) chip che servono a tracciare a distanza l'oggetto su cui sono installati.
Spychips (qui il sito collegato al libro) e' un libro che spiega come i RFID siano stati nascosti tra prodotti della Gillette e altri prodotti reperibili in un qualunque supermercato o grande magazzino (c'e' anche un caso relativo alla nostra Benetton - anche se l'episodio non si e' svolto in Italia, se non ricordo male) e sono stati usati per...be' in pratica per spiare le persone, dato che erano stati installati senza chiedere il consenso di alcuno e non vi era nessuna avvertenza che ne indicasse la presenza.
James McQuivey (Boston University) sostiene invece che il Grande Fratello siamo noi (Big Us). Anzi, siamo un "Accidental Big Brother" (che poi e' anche il titolo del suo libro). Quindi nessun complotto, ma, anzi, siamo noi stessi a (voler?) rinunciare a parte della nostra privacy pur di ottenere dei vantaggi in quanto consumatori o cittadini. Certo, in parte e' vero, basti pensare alle carte di credito. Anzi, paghiamo per questo.
Nella lecture di ieri McQuivey ha poi spiegato come il RFID puo' essere usato per migliorare la nostra vita di consumatori e acquirenti, nonche' (soprattutto) quella di chi i prodotti li vende. Questi chip possono tracciare il nostro percorso in un supermercato, stabilire in quali corsie ci fermiamo di piu', cosa compriamo, se compriamo.
Il RFID, lo ricordo, puo' essere usato inoltre anche per recuperare persone scomparse (McQuivey ha scritto dei saggi in merito che abbiamo letto nell'ambito del corso di Sociologia della New Economy ma non ho la possibilita' di mettere un link). Quanti genitori sacrificherebbero la liberta' del proprio figlio di quattro o cinque anni in cambio della tranquillita' di sapere dove si trova in ogni momento?
Insomma, queste le istanze in questione. Liberi di pensare come volete. L'invito e' pero' a informarvi perche' certe cose sono ignorate da molti. Da un'indagine della Boston University, ad esempio, risulta che il 28% dei possessori di una carta di credito (all'atto dell'acquisto della stessa) non sapevano che le informazioni relative ai loro acquisti venivano registrate e conservate.
Personalmente sono un po' inquietata da queste cose. E non credo nemmeno per cinque secondi che nessuno, tra governo e grosse aziende, ne approfitti, ne abbia approfittato, ne stia approfittando.
Che dire...guardiamoci intorno...


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